La mostra “Van Gogh e il Viaggio di Gauguin“, allestita nelle aule del Palazzo Ducale di Genova dal 12 novembre 2011 al 1 maggio 2012, è un’occasione unica per vedere assieme ben 35 opere di Van Gogh, tra tele e disegni, assieme ad uno dei quadri più celebri della pittura moderna, il “Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo?” di Gauguin. Il prestito da parte del Museo di Boston di questo capolavoro, che racchiude in sé tutta l’opera dell’artista francese, è un fatto eccezionale se si pensa che è stato concesso solamente in altre quattro occasioni, di cui solo una in Europa.
E quale migliore tela può esprimere il senso del viaggio, il tema della mostra, che porta alla scoperta dei paesaggi immortalati dal pennello di Vincent Van Gogh, il fulcro della mostra con ben 25 quadri e 10 disegni originali provenienti quasi esclusivamente dal Van Gogh Museum di Amsterdam e dal Kröller-Müller Museum di Otterlo. Un viaggio che grazie alle opere di Van Gogh diventa contemporaneamente un moto da un luogo ad un altro e un viaggio dentro sé stessi, in un duplice percorso che viene espresso benissimo dalle pennellate e dai colori contrastanti usati sulla tela.
E se è vero che Van Gogh ha cercato in nessun’altra immagine più che in quella di se stesso questa fusione tra ciò che è dentro e ciò che è fuori, non poteva che essere il celeberrimo Autoritratto al cavalletto, dipinto nel 1888 ed eccezionalmente prestato per questa occasione dal Van Gogh Museum, la sintesi estrema e perfetta di questa tensione irrisolta tra il viaggio che conduce e il viaggio che sigilla. Non a caso questo quadro, da solo ed emergente dal buio, sarà collocato nella penultima sala della mostra, la cappella dogale, come sigillo prima che giunga l’immagine finale di un covone sorvolato dai corvi, il volo verso i territori di un viaggio apparentemente senza ritorno. Il Covone sotto un cielo nuvoloso, dipinto ad Auvers solo tre settimane prima di morire, sarà per la prima volta esposto al pubblico dopo oltre quaranta anni ed è un altro dei frutti straordinari che nascono nel giardino di questa mostra. Cui si aggiungono, per esempio, alcune delle lettere originali scritte da Van Gogh al fratello Theo e collegate ai quadri esposti a Palazzo Ducale. Brandelli di carta, quasi santini devozionali, che esposti in una sala immersa nel buio non mancheranno di suscitare la più grande emozione.
Dunque al centro starà Van Gogh con tanti veri capolavori, tra i quali è impossibile non ricordare anche la più celebre versione del Seminatore dipinta ad Arles nel giugno del 1888. Ma anche quell’altro quadro famoso, e simbolico quant’altri mai in questa mostra dedicata al tema del viaggio, con le Scarpe di Van Gogh. E accanto a essi tanti altri capolavori da Hopper a Kandinsky, da Rothko a Turner
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