Un giardino botanico per vivere in poche ore tutti i paesaggi del mondo. Questa è la proposta dell’Heller che apre le porte agli ospiti offrendo qualche ora di esclusiva tranquillità tra arte e natura. Un’alternativa per chi viene a visitare il lago di Garda per qualche giorno.
Un posto unico creato da naturalezza e amore paesaggistico. Un trionfo di colori che si alterna a laghetti, ricoperti da ninfee e a fior di loto, abitati da gigantesche carpe Koi. Non mancano farfalle e libellule, ruscelli: giochi acquatici Zen, il rumore delle cascate che sgorgano dalle rocce a far da sfondo.
All’Heller Garden regna la pace. Ed è così sin dall’inizio del 900. A due passi dalle rive del lago di Garda, lì, dove la tranquillità permette a chiunque di godere della natura, oggi parte un viaggio in un mondo incontaminato in cui a guidare il visitatore è l’arte, tra le sculture di Keith Haring, Roy Lichtenstein, Erwin Novak, Susanne Schmoegner, Rudolgh Hirt.
Sculture che entrano a far parte di vere e proprie istallazioni naturali, con cui gli ospiti vengono trasportati in spazi temporali oltre confine. Si va da una vallata alpina con tanto di alberi nordici, balze, gole, crepacci, cascate con, sullo sfondo, le guglie delle Dolomiti, fino al paesaggio roccioso di oltre 10 metri, simulazione di quello che rese famoso il giardino già anni prima, al tempo del precedessore Hruska. La fama dell’Heller Garden nasce infatti già con il primo proprietario del terreno, approdato sul lago nel 1912.
Arturo Hruska, naturalista e botanico, era il medico dentista degli Zar, della Famiglia Reale Italiana, dei Papi Pio XII e Giovanni XXIII, di re Alberto del Belgio. Dall’Austria scelse di trasferirsi a Gardone Rivera per la vegetazione tipicamente mediterranea, la luminosità e il blu delle acque annoverato tra i più belli dell’Europa centrale. Acquistò un terreno, inizialmente terrazzato a vigneto, con un’estensione di circa 15.000 metri sul declivio del Monte Lavino. E iniziò a progettare il suo giardino botanico.
Oggi oltre ad aumentare l’estensione l’Heller Garden – diventato tale nell’89 – con il tempo ha acquisito anche molti elementi che riconducono a tradizioni e spiritualità diverse. Un esempio tra tanti, la grande testa del dio Babilonese Johannes, maschera creata con tasselli dorati, ceramica, ciottoli ed elementi vegetali: riecheggia, infatti, differenti antiche culture con la sua bocca da cui esce vapore, quasi ad apparire un passaggio verso gli inferi.
Ad accentuare questo passaggio anche una porta cinese, Torii, una sorta di percorso purificatore e catartico, all’interno del quale il gioco d’acqua Shishi-Odoshi: un orologio d’acqua che scandisce lo scorrere del tempo, accanto ad una serie di grosse canne di bambù appese ad un filo che invitano ad essere sfiorate per un suono simile allo xilofono.
Il legame tra natura e umanità moderna e cosmopolita è sottolineato più volte nel giardino anche dalla presenza delle opere di Keith Haring, artista metropolitano, legato alla Pop Art. I suoi personaggi camminano, si abbracciano, danzano, come fa l’uomo rosso vicino all’albero/ombrello. Come anche la Stele che ricorda una croce, ma i personaggi che vi si muovono portano alcuni riferimenti sessuali.
Tornano nel percorso poi statue induiste come ad esempio il Grande Ganesh di Rudolph Hirt, dio-elefante della fortuna e della saggezza – patrono dell’istruzione – , a convivere con i simboli della cultura cittadina ma anche con la natura onnipresente: l’intento è creare un percorso a tutto tondo per i curiosi del mondo, per chi cerca un posto dove meditare ma anche per chi è sempre a caccia di luoghi esclusivi. Senza andare tanto lontano, qui tutti i paesaggi del mondo sono riprodotti in “giardino”, messi a disposizione anche per un evento difficile da dimenticare.
Ingresso adulti € 10
bambini dai 6 agli 11 anni Gratis
Per informazioni: www.hellergarden.com