In Belgio la “Rivoluzione Ottica” di Jan van Eyck in mostra a Gand

La “rivoluzione ottica” è la più grande esposizione dedicata a questo genio della pittura. Iniziata da Van Eyck 600 anni fa, continua ad affascinare ancora oggi e, per la prima volta, gli appassionati d’arte possono vedere da vicino la bravura del maestro. 

Otto pannelli dell’Adorazione dell’Agnello Mistico in un’unica mostra

Il cuore dell’esposizione è costituito dagli otto pannelli del polittico dell’Agnello Mistico (1432) di Hubert e Jan van Eyck. I pannelli sono stati restaurati, tra il 2012 e il 2016, dall’Istituto statale per la tutela del patrimonio artistico (KIK) all’interno del Museo. I risultati del restauro, oltre a consentire di vedere l’opera di Van Eyck in “modo nuovo”, hanno ispirato il Museo a realizzare questa prestigiosa esposizione. 

In via unica e del tutto eccezionale vengono esposti come dipinti singoli, insieme a dipinti di Adamo ed Eva ancora da restaurare, al di fuori della cattedrale di San Bavone. Sono sistemati all’altezza dello sguardo, in modo che tutti possano ammirare i magnifici colori, gli straordinari dettagli e la rappresentazione quasi tangibile dei tessuti. Per la prima ed ultima volta il visitatore avrà la possibilità di arrivare così vicino al lavoro del maestro fiammingo.

Il percorso in breve

La mostra occupa 13 sale del museo e si apre con uno spaccato sulla lussuosa ed itinerante corte borgognona dei Paesi Bassi. Nelle prime sale Van Eyck viene presentato come personaggio importante della vita cittadina, come ciambellano e pittore di corte del duca di Borgogna Filippo il Buono (1396-1467). L’interazione tra corte e le fiorenti città come Gand e Brugge ha creato il clima ideale in cui si è potuta realizzare la rivoluzione di Van Eyck.

Nelle sale successive il visitatore si immerge nella ricchezza e nei dettagli resi in maniera magistrale dalla rivoluzione ottica del maestro. La sua figura emerge grazie ad un eccezionale insieme di circa 140 pannelli dipinti, miniature, disegni e sculture

I pannelli esterni dell’Agnello mistico guidano il visitatore per tutta la mostra e sono i punti cardine di temi diversi come: il peccato originale e la redenzione, lo spazio, la Madonna con Bambino, Santi in un paesaggio, il ritratto divino, la parola di Dio, architettura, l’immagine dipinta e l’individuo, con i famosi ritratti che Van Eyck fece di alcuni suoi contemporanei.

I tre aspetti della Rivoluzione Ottica di Van Eyck

Passando da una sala all’altra si comprende sempre meglio come Jan van Eyck fosse qualcosa di più di un “pittore”: era infatti un artista colto. Aveva certamente studiato lettere e fu tra i primissimi artisti a firmare le proprie opere, dimostrazione di grande consapevolezza di sé. Ma possedeva senz’altro anche le conoscenze che gli permisero di portare avanti la sua rivoluzione ottica, analizzata da tre punti di vista: la tecnica della pittura a olio, l’osservazione del mondo e la rappresentazione degli effetti luminosi.

  1. La pittura a olio, prima di Van Eyck, era un metodo poco pratico da utilizzare; solo più tardi si riuscì ad aggiungere delle sostanze essiccanti che riducevano il tempo di asciugatura e rendevano più malleabile le vernici a olio. Ed è esattamente ciò che fece Van Eyck. L’operazione ottenne un clamore tale che il biografo toscano Giorgio Vasari nel 1550 definì Van Eyck l’inventore della pittura a olio. Nacque così il mito del genio di Van Eyck. Solo nel XVIII secolo, in seguito alla scoperta della trascrizione di un manoscritto del XII secolo, il mito cadde.
  2. Il secondo aspetto della rivoluzione ottica di Van Eyck è l’attenta osservazione del mondo. La maestria che il pittore dimostra nel riprodurre minuziosamente i più piccoli dettagli e renderli quasi tangibili non era mai stata vista prima e rimane ancora oggi sorprendente. In quell’osservazione era fondamentale l’interesse profondamente radicato nel dipingere la luce. Le persone, gli utensili e gli interni in Van Eyck acquistano tridimensionalità grazie alla luce che li colpisce o proprio a causa dell’assenza di luce sulle parti in ombra. Van Eyck fece poi un ulteriore passo avanti nella sua già geniale regia della luce.
  3. Si ipotizza che il pittore non si basasse solo sull’osservazione diretta e la riproduzione del mondo, ma che avesse anche a disposizione conoscenze specifiche sul funzionamento della luce, il terzo aspetto della sua rivoluzione ottica. Nella bottega di un artista di quei tempi non era possibile avere un’illuminazione costante, perché il pittore dipendeva dalla luce del sole o da quella delle candele. Al minimo cambiamento delle condizioni di illuminazione cambiavano anche le caratteristiche ottiche. Ed è esattamente ciò che Van Eyck fece: dipingere il modo in cui la luce arriva all’interno della cappella Vijd (Cattedrale di San Bavone, Gand), il luogo in cui fu sistemato l’Agnello mistico una volta terminato. Sembra che i pannelli esterni risplendano veramente della luce che entra dalla destra della cappella, il tutto con una coerenza e un’accuratezza che, in un periodo senza illuminazione artificiale, è particolarmente fedele alla realtà. Come ci è riuscito Van Eyck? Semplicemente studiando i principi di come la luce cade sugli oggetti, dell’ombra che viene proiettata e altri fenomeni luminosi complessi, come riflessione e distorsione. Van Eyck disponeva probabilmente di un metodo e di conoscenze razionali sull’azione della luce sulla realtà delle cose.

Prezzo del biglietto

Nel biglietto delle visite singole è compresa l’audioguida in più lingue, sia per gli adulti che per i bambini. Sono previste delle riduzioni (previo documento che dà diritto alla riduzione).

€ 25 con prenotazione

€ 28 senza prenotazione

Maggiori Informazioni

www.vaneyck2020.be

 

 

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