Maurists Cornelis Escher, dopo Roma e Bologna, sbarca con una mostra a Milano, a Palazzo Reale. Scomparso nel 1972, ha lasciato tantissime opere che ancora non lasciano i segni del tempo. Anzi. Oggi considerato quasi di influenza sulle nuove tecnologie digitali, che sembrano rincorrere i risultati raggiunti da lui già nel secolo scorso, viene scelto per allestire le sale monumentali storiche del palazzo con con le sue pitture prospettiche iperparadossali.
Ecco dunque un viaggio alla scoperta dello sviluppo creativo dell’artista, con una mostra che parte dalla radice liberty della sua cultura figurativa, si sofferma sul suo amore per l’Italia per poi individuare tra le tappe a l’Alhambra e a Cordova la causa scatenante di un interesse per le forme geometriche.
Un totale di 200 opere a Palazzo Reale punterà più che altro a mettere in luce il momento della maturità artistica di Escher: i temi della tassellatura e degli oggetti impossibili. Due aspetti che lo introducono al rapporto con le Avanguardie storiche come il Futurismo, con un chiaro riferimento al Surrealismo. Movimenti italiani ed europei, che lui stesso attraversa, studia a fondo e che in parte anticipa pure.
Parliamo del rapporto prospettico tra infinito e infinito, delle esplorazioni nell’arte, i giochi di specchi, dei motivi e dellegeometrie interconnesse. Un mondo di fantasia in grado di trasformare l’ambiguità visiva in ambiguità di significato, che col passare del tempo hanno visto anche filosofi, matematici interpellarsi, fino ad arrivare agli impieghi più disparati di oggi con la riproduzione su ogni dove.
Inevitabile e necessaria nell’allestimento della mostra, una sezione dedicata agli aspetti numerici e di percezione visiva del suo universo, così come una sezione dedicata a documentare quanto nelle sue opere sia stata centrale la cultura, nell’editoria e la musica del novecento.
Dal 24 giugno all’8 gennaio, per info e prenotazioni chiamare 02 88465230