Ennesima è la nuova raccolta di mostre presentata alla Triennale di Milano dal 26 novembre 2015 al 6 marzo 2016 che abbandona il classico concetto di unicità, mutando verso la spartizione di concetti in sette porte. Come il drago dalle sette teste, la mostra si suddivide in sette collettive per sessanta artisti che spaziano da installazioni site-specific, tematiche, cronologiche, a precisi movimenti, fino alla documentaristica. Sette mostre sull’arte italiana, a cura di Vincenzo de Bellis che ha raccolto oltre 120 opere di arte contemporanea dagli anni ’60 ad oggi per trasmettere i nuovi tormenti e pensieri dell’artista moderno.
Principale obiettivo nascosto è dimostrare al pubblico che l’arte non è morta e che ha bisogno di uscire allo scoperto. Capita o non capita, l’arte contemporanea è pura espressione intrinseca o privata di significato. Lo spettatore deve abbattere i muri dell’estetismo e dei preconcetti culturali.
Sette colli di Roma, sette sono i mari, sette i colori dell’arcobaleno e sette i nani come sette sono le mostre autonome che esplorano, o ci provano, differenti aspetti visivi e sensoriali, suscitando coincidenze, discrepanze e riferimenti storici- artistici. Il titolo unico di questa Triennale milanese si è ispirato all’opera del concettuale Giulio Paolini riguardanti sette tele risalenti al 1973, ma non rappresenta in nessun modo un filo comune.
La grammatica espressiva che a volte salta alla luce dimostra che l’artista non è alienato rispetto alla società e al mondo.
Tra i tanti artisti saranno presenti anche Mario Airò, Michelangelo Pistoletto e Liliana Moro che con la loro personalità e il loro insegnamento accademico invitano a vedere il vuoto che si crea nell’introspezione dell’uomo.
Sette ipotesi, sette lavori da leggere e rileggere cambiando visuale per cogliere più obiettivi dell’esposizione, per raccontare uno spaccato degli ultimi cinquant’anni di produzione artistica.
Tra le domande che non avranno mai risposte c’è anche il dibattito sulla utilità o non utilità dell’arte in questo secolo.
L’arte ha ancora senso di esistere?
La risposta noi non ce l’abbiamo ma sappiamo che l’uomo è fatto di altro oltre che obblighi e doveri. Nutrire il proprio corpo non serve se non ci si prende cura della mente e dello spirito. Un opera d’arte ti fa pensare, apre la mente.
Info:
Martedì- Domenica dalle 10.30 alle 20.30
Lunedì chiuso