Biennale Venezia organizza l’Esposizione Internazionale d’Arte 2024 dal titolo Stranieri Ovunque – Foreigners Everywhere a cura di Adriano Pedrosa. L’esposizione, che prevede la partecipazione di 90 Paesi si può visitare presso i padiglioni degli storici Giardini della Biennale e all’Arsenale, a cui si aggiungono 30 eventi collaterali sparsi un po’ ovunque nella città lagunare di Venezia.
La Mostra Internazionale d’Arte
La Mostra della Biennale di Venezia si svolge tra il Padiglione Centrale ai Giardini e l’Arsenale ed è suddivisa in due sezioni principali: il Nucleo Contemporaneo e il Nucleo Storico. In questa edizione della Biennale di Venezia Arte, si dà spazio principalmente ad artisti che non hanno mai partecipato all’Esposizione Internazionale, pur avendo alcuni di loro già esibito nei Padiglioni Nazionali, negli Eventi Collaterali o in precedenti edizioni dell’Esposizione.
Un focus speciale è dedicato ai progetti all’aperto, tanto all’Arsenale quanto ai Giardini della Biennale di Venezia, oltre a un ricco programma di performance che anima i giorni di pre-apertura e l’ultimo weekend della 60ª Esposizione della Biennale di Venezia.
Stranieri Ovunque – Foreigners Everywhere
Il titolo “Stranieri Ovunque – Foreigners Everywhere” della esposizione d’Arte alla Biennale di Venezia trae ispirazione da una serie di opere create a partire dal 2004 dal collettivo Claire Fontaine, originario di Parigi ma con base a Palermo. Queste creazioni si manifestano come sculture al neon in vari colori, le quali espongono la frase “Stranieri Ovunque” in diverse lingue. Questa potente espressione è stata ripresa dal nome di un gruppo omonimo di Torino, attivo nei primi anni del Duemila, che si è impegnato nella lotta contro il razzismo e la xenofobia in Italia, sottolineando un messaggio di attualità e di impegno sociale all’interno della Biennale di Venezia.
«L’espressione Stranieri Ovunque – spiega Adriano Pedrosa – ha più di un significato. Innanzitutto, vuole intendere che ovunque si vada e ovunque ci si trovi si incontreranno sempre degli stranieri: sono/siamo dappertutto. In secondo luogo, che a prescindere dalla propria ubicazione, nel profondo si è sempre veramente stranieri».
Il Nucleo Contemporaneo della Biennale Arte Venezia
Le parole “straniero” in italiano, “estrangeiro” in portoghese, “étranger” in francese e “extranjero” in spagnolo condividono tutte radici etimologiche con i termini “strano”, “estranho”, “étrange” ed “extraño”, riferendosi così all’idea di ciò che è estraneo. Questo concetto richiama “Das Unheimliche” di Sigmund Freud, noto in italiano come “Il perturbante”, tradotto in portoghese come “o estranho”, che indica qualcosa di strano ma allo stesso tempo familiare. Secondo l’American Heritage e l’Oxford English Dictionary, la prima accezione del termine inglese “queer” è “strange” (strano), per cui l’esposizione esplorerà e darà spazio a soggetti correlati: l’artista queer, che naviga tra varie sessualità e identità di genere ed è spesso oggetto di persecuzione o emarginazione; l’artista outsider, che sta ai confini del sistema artistico, come l’autodidatta o l’artista folk o popolare; l’artista indigeno, frequentemente considerato straniero nella propria terra. Questi quattro profili saranno al centro dell’edizione, formando il nucleo della sezione Contemporanea.
Alla Biennale Venezia gli artisti indigeni assumono un ruolo centrale, accogliendo i visitatori con opere di notevole impatto visivo. Appena entrati nel Padiglione Centrale, il pubblico si trova di fronte a un murale monumentale, frutto della creatività del collettivo brasiliano Mahku, che decora la facciata dell’edificio. Proseguendo la visita, nelle Corderie, si incontra un’altra espressione significativa di arte indigena: una vasta installazione realizzata dal collettivo Maataho di Aotearoa/Nuova Zelanda, situata nella prima sala. Parallelamente, gli artisti queer emergono come protagonisti in ogni angolo della mostra, culminando in una sezione esclusiva nelle Corderie, oltre a uno spazio dedicato all’astrazione queer all’interno del Padiglione Centrale.
Il Nucleo Contemporaneo si arricchisce ulteriormente grazie a una parte speciale nelle Corderie, dedicata a Disobedience Archive, un’iniziativa curata da Marco Scotini fin dal 2005. Questo archivio video esplora il legame tra l’arte e l’attivismo, presentando una collezione curata da Juliana Ziebell, la quale ha contribuito anche alla progettazione architettonica dell’intera Esposizione Internazionale. Quest’area espositiva, articolata in due sezioni principali intitolate “Attivismo della diaspora” e “Disobbedienza di genere”, mette in luce le opere di 39 artisti e collettivi, realizzate in un arco temporale che va dal 1975 al 2023, offrendo così una panoramica ricca e variegata sulle intersezioni tra arte e attivismo.
Il Nucleo Storico della Biennale Arte Venezia
La Biennale Venezia nel Nucleo Storico dell’Esposizione Internazionale d’Arte ha previsto una selezione di opere del XX secolo che provengono da America Latina, Africa, Asia e mondo arabo, offrendo una panoramica sui cosiddetti modernismi globali e quelli del Sud del mondo. Questa sezione ambisce a essere una riflessione critica, quasi un esperimento curatoriale che sfida le convenzioni e le definizioni tradizionali del Modernismo. Sebbene la narrativa del Modernismo europeo e americano sia ampiamente nota, i modernismi del Sud globale restano ancora per molti versi inesplorati, nonostante la loro ricca storia di intersezioni e scambi culturali con l’Europa, spesso mediati dal colonialismo.
All’interno del Padiglione Centrale, il Nucleo Storico si articola in tre sale tematiche: “Ritratti”, “Astrazioni”, e una sala dedicata alla diaspora artistica italiana nel mondo nel corso del XX secolo. La sala “Ritratti” presenta opere di 112 artisti, tra dipinti, lavori su carta e sculture, realizzate tra il 1905 e il 1990, esplorando il tema della figura umana attraverso diverse prospettive offerte dagli artisti del Sud globale. Questi artisti, pur venendo a contatto con il Modernismo europeo, hanno saputo integrarlo con visioni personali profonde, riflettendo sulla crisi della rappresentazione umana che ha segnato l’arte del secolo scorso.
La sala “Astrazioni” mette in luce 37 artisti, la maggior parte dei quali viene esposta insieme per la prima volta, creando giustapposizioni inaspettate che invitano a scoprire connessioni, associazioni e parallelismi nuovi. Tra gli artisti presenti, si distinguono nomi provenienti dalla Corea e da Singapore, così come importanti artisti indigeni Maori come Selwyn Wilson e Sandy Adsett da Aotearoa/Nuova Zelanda.
Una sala della Biennale Venezia di questa sezione è dedicata esclusivamente alla diaspora degli artisti italiani che, viaggiando e trasferendosi all’estero, hanno lasciato un’impronta significativa nelle culture locali e contribuito allo sviluppo del Modernismo fuori dall’Italia. Questa sezione ospita le opere di 40 autori italiani di prima o seconda generazione, esposte in espositori a cavalletto in vetro e cemento di Lina Bo Bardi, architetta italiana che ha trovato in Brasile la sua seconda casa e che è stata omaggiata con il Leone d’Oro speciale alla memoria alla Biennale Architettura 2021.
«Nel corso della ricerca – sottolinea Pedrosa – sono emersi in modo piuttosto organico due elementi diversi ma correlati che sono stati sviluppati fino a imporsi come leitmotiv di tutta la Mostra. Il primo è il tessile, esplorato da molti artisti coinvolti, a partire da figure chiave nel Nucleo Storico, fino a molti autori presenti nel Nucleo Contemporaneo. […] Tali opere rivelano un interesse per l’artigianato, la tradizione e il fatto a mano, così come per le tecniche che, nel più ampio campo delle belle arti, sono state a volte considerate altre o straniere, estranee o strane. […] Un secondo elemento è rappresentato dagli artisti – molti dei quali indigeni – legati da vincoli di sangue. […].
Quando apre la Biennale Arte Venezia? Dal 20 aprile al 24 novembre 2024.
Per ulteriori informazioni su eventi e mostre della Biennale Arte 2024 visitare il sito ufficiale della Biennale Arte 2024: www.labiennale.org
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